Così, ti chiamano. Tu che sei invisibile e guardi tutto in largo.

A largo dei pensieri della gente, nel letargo delle azioni, nei frastuoni di ogni auto che passa schizzando acqua sui marciapiedi senza chiedere scusa. Ecco, sei come quell’auto. Tu non sai chiedere scusa.

Ti appropri delle nostre vite, le divori come fossero l’ultimo pasto; bulimico delle gioie, delle emozioni di un bambino che saluta la mamma ed il papà al primo giorno di scuola o che li saluta per sempre da un letto piccolo piccolo di ospedale. Ma cosa dico bulimico, tu, non hai colpa mai.


Fai il tuo corso e non impari.
Stefania Memeo
Una risposta su “Il Tempo”
Fa caldo…
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