Seduta accanto a me c’è una donna. Quella che hai picchiato, ucciso, o quando non lo hai fatto, l’hai fatta sentire piccola e inferiore. Non la vedi perché questa donna è una panchina arancione; fatta per sederti un attimo e riflettere su quanto puoi fare per fermarti in tempo.
Sappiamo bene che le denunce non bastano e la paura non fa denunciare. La paura paralizza. Ti fa urlare immobile e nessuno ascolta. Bisogna accendere la lotta di arancione. Arancione saranno gli stipendi equi. Arancione saranno le istituzioni che si prendono cura delle vittime. Arancione è il colore della complicità e dell’amicizia.
Siediti con me, su questa panchina e non avere più paura. Fermati in tempo.

Luogo: Robbiate

Donna, non fermare il tuo cammino. La strada per arrivare alla giustizia è lunga. Ma scegli di percorrerla.

So cos’è la violenza. È successo. Non ho potuto evitarlo. Ho taciuto sempre. Potevo difendermi, potevo denunciare: non l’ho fatto. La paura di separarsi dai propri affetti era troppa.
Chiedo alle istituzioni piú delicatezza nei confronti delle vittime di ogni abuso e tutela immediata quando vi è anche solo il sospetto che una persona abbia subito una violenza. Con e senza lividi. Anche a scuola. Soprattutto, a scuola. La scuola è un luogo che può vigilare laddove non c’è la famiglia. Le vittime tacciono proprio con i loro famigliari. A qualsiasi età.
Donna non sei sola, sei questa panchina arancione che lotta e sceglie di esistere tutti i giorni. Nonostante tutto.
Stefania Memeo