Le esperienze vissute (e subite) in passato -tra le quali ci sono state vere e proprie mancanze che hanno prodotto difficoltà enormi nella mia vita- mi hanno insegnato a lasciare andare; se una persona dovesse stare a denunciare tutti, passerebbe una vita intera nell’odio. Preferisco pensare a cosa si possa fare nel futuro, seguendo la linea di ciò che si sa fare e si vuole, soprattutto, fare. E in questo trovo che ci sarà da fare enormi passi perché le persone che hanno avuto le mie stesse esperienze e le stesse difficoltà e mancanze, non si debbano trovare a dover giustificare se stessi quando chi si dovrebbe giustificare è chi manca, chi violenta, chi invade, chi anziché chiedere scusa, cerca scuse. E non si debbano trovare ad odiare facendo cosí il gioco di chi è stato incapace, mancante, violento, invasivo. E piú in generale mi piacerebbe che ogni persona -tutti noi siamo diversi da un altro- trovi percorsi che si adattino a lei e non viceversa. E che quando questi percorsi mancano, li voglia costruire e che gli venga dato il materiale per farlo. Se è vero che tutti abbiamo gli stessi diritti, è invero che tutti abbiamo le stesse esigenze. Sta ad una società sana, favorire lo sviluppo di ogni individuo.
Mi piace scivere, fotografare. Lo so fare. Questo, sono sempre stata. E sempre lo sarò.
Ognuno di noi sa fare qualcosa, se ha voglia di farla. Le competenze poi si possono acquisire, sempre che ci siano altre persone a e con cui costruire percorsi, attraverso i quali si può progredire. Altrimenti ci si adegua alle masse, a dei dogmi che, tra l’altro, mal si adeguano al presente che non rispecchiano la realtà.
Perché piuttosto che farmi il sangue amaro sul perché gente laureata si ritrovi a svolgere lavori che svolgo io togliendomi fisicamente la possibilità di lavorare oppure a passare il tempo a colpevolizzarmi per colpe che non ho, preferisco cercare materiali, magari eco-compatibili e resistenti nel tempo, per costruire nuove possibilità.
Si va avanti, nonostante e sempre.


Stefania Memeo